Vorrei che fosse un difetto della foto ma non è così: il quaderno dell’Unione Italiana dell’Educazione popolare è un inno alla precarietà e all’approssimazione. La carta è fragile e povera, tutta piena di tagli e con il disegno in copertina fuori centro. Manco a dirlo – invece che aste, letterine e pensierini di qualche scolaretto – raccoglie le pene d’amore di un innamorato respinto dei primi del Novecento. Acquistato per caso, con un piccolo lotto di documenti di altra natura giusto per fare cifra tonda, ogni tanto giace sulla libreria bassa che mi fa da comodino. Puntualmente mi addormento…
“Caleidoscopio. Che cosa è la vita? Un caleidoscopio rutilante e pazzo. Quando il primo vagito del neonato annunzia una nuova vitalità, principia l’embrione di chi un giorno sarà un essere definito che porterà il contributo atavico di passioni e di dolori, di verità e di ipocrisie nel caos di assurdità di cui è impastoiato l’atomo cosmico in cui viviamo. Alba e tramonto, parabola di virilità i cui capi si affratelano in sogni puberi e caduchi di speranze e di ricordi …”. Giuro che c’è scritto così. A questo punto già le palpebre si fanno pesanti. Di solito vado avanti di qualche riga sperando in un boccata d’ossigeno. Continua a leggere