Luigi Dei, I felt reborn (Primo Levi): from the Nobel dynamite factory to a remembrance place, in “Substantia. An International Journal of the History of Chemistry”, vol 1, n. 1 (2017), pp. 55-59
Mi piace raccontare come ho conosciuto questo articolo. Mi piace raccontare le piccole storie nella storia. Mi piace raccontare gli invisibili fili che collegano le cose e che regalano a me piccoli infiniti orizzonti di conoscenza.
Non sapevo nulla di Primo Levi, nulla più di quel poco che ti insegna la scuola e che resta dopo tanti anni più o meno vagolante nella memoria, se non sorretto da un interesse e una passione personali. Io non li avevo. La shoah, i ricordi di quanti hanno vissuto quei momenti mi sono sempre parsi troppo dolorosi, troppo difficili da maneggiare. Per lo più li ho evitati, con franchezza. Anche se ora, a distanza, ricordo un brano di Primo Levi che non sapevo di ricordare: quando spiega a Jean in Se questo è un uomo il canto di Ulisse dell’Inferno dantesco. Mi è comparso nella testa all’improvviso, come tirato fuori da un cassetto invisibile. Continua a leggere